Simone Braglia, dirigente sportivo e allenatore, ex portiere del Genoa che questa sera affronterà la Roma agli ottavi di Coppa Italia, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione “Borderò“. Queste le sue parole:
Perché il progetto Blessin ha fallito con il Genoa e come è subentrato Gilardino?
«Bisogna essere elastici nella gestione, come lo è Mourinho che io adoro, nell’interpretare quello che conta più di tutto cioè l’armonia dell’ambiente. Questo porta al raggiungimento degli obiettivi delle squadre, è fondamentale. La teutonicità tedesca non ha permesso all’allenatore di raggiungere i risultati sperati, ora con Gilardino la barca si è raddrizzata e il Genoa in quattro partite ha conquistato dieci punti. E’ una persona umile, che si è messa a servizio della squadra: è stato un normalizzatore, conosce bene la vita dello spogliatoio».
Che carte si può giocare il Genoa questa sera?
«Le carte dell’umiltà, della dedizione, dell’abnegazione e della lotta contro una squadra titolata come la Roma. Lo abbiamo visto anche in Inter-Parma, il divario tecnico c’è ma se la Roma prende sottogamba il Genoa allora possono arrivare brutti scherzi perché comunque il Genoa è una signora squadra, sia nei titolari che nelle riserve. La Roma dovrà fare la partita, ha dalla sua tutto lo stadio e l’ambiente romano dà un grosso impulso all’andamento della partita. L’ultima volta che il Genoa ha vinto a Roma c’ero io, al “Flaminio” nella stagione ’89-90…».
Come valuta la Roma dall’esterno?
«A inizio stagione avevo dato la Roma come seconda in classifica o quantomeno tra le prime quattro, penso che abbia un tale potenziale. C’è l’ambiente, c’è l’allenatore, c’è una grande società: sul discorso della rosa si può fare meglio, la Roma quest’estate è stata una delle squadre che ha speso di più. Mourinho sta lasciando i giocatori sotto una campana che gli permetta di confrontarsi con l’ambiente, se anche ci fossero dei problemi con Mourinho non verrebbero mai ingigantiti. I giocatori stessi, però, devono cominciare a rendere quanto devono per fare il salto di qualità. Uno su tutti Zaniolo, che ha le caratteristiche per diventare un leader e Mourinho lo sta salvaguardando dentro e fuori dal campo. La Roma in prospettiva e societariamente può fare il salto di qualità e arrivare a fare quello che ha fatto il Milan l’anno scorso».
Quale è il problema di Nicolò Zaniolo?
«I suoi problemi arrivano da lontano, è la gioventù. Ai giovani va dato tempo, noi in Italia vogliamo siano pronti subito. Mourinho lo sta facendo crescere piano piano, centellinandolo e mettendolo a disposizione della squadra. Anche il pubblico è maturato, grazie alla sagacia tecnica e di gestione dell’allenatore. Va dato tempo, Zaniolo è un talento vero».
Che portiere è Martinez?
«E’ ancora acerbo, tra lui e Semper non c’è paragone in termine di esperienza, efficienza e atteggiamento. Non discuto l’eventuale capacità future di Martinez, ma per vincere il campionato iniziare con un portiere che nelle ultime due stagioni ha giocato due partire è stato un errore della teutonicità dell’allenatore precedente».
Che succede invece a Rui Patricio?
«L’errore di un portiere viene ingigantito sempre di più rispetto a quello di un attaccante. Nella gestione delle partite fino a oggi pensavo potesse incidere maggiormente, secondo me non ha ancora espresso a pieno il suo valore e ciò dipende anche dal fatto che la difesa della Roma è spesso stata vittima di infortuni anche seri. Giocare con gente diversa non è mai la stessa cosa. Per il suo valore, però, mi aspettavo che avesse potuto portare qualche punto in più alla Roma. Come secondo portiere ho visto giovani bravi nel settore giovanile, non avrei preso Svilar ma magari Vicario».
Marcello Spaziani