Gianluca Mancini si è raccontato nell’esclusivo Q&A di StarCasinò, sito di intrattenimento sportivo e Premium Partner della Roma.
Il numero 23 ha parlato dell’attaccamento ai colori giallorossi e del rapporto con il tecnico José Mourinho, per poi ricordare la vittoria della Conference League.
Queste, quindi, le parole del difensore:
Quali sono le sensazioni che ti provoca la responsabilità di essere un leader della squadra?
“Nello spogliatoio ci sono tantissimi leader carismatici. Io mi ritengo uno di questi per gli atteggiamenti: l’allenarsi bene, il dare tutto in campo… Non la vivo male, è una cosa molto bella, ma è importante che dentro una squadra ce ne siano tanti”.
Sei molto attaccato alla maglia, sembri quasi romano e romanista…
“Dal momento in cui sono arrivato a Roma ho sentito qualcosa di speciale grazie a questi tifosi. Quando venivo da avversario all’Olimpico lo sentivo come uno stadio caldo e passionale. Quando ho fatto la prima partita da titolare, il derby, ho sentito qualcosa dentro che mi porta a dare sempre tutto per città, squadra e compagni”.
In questi anni hai visitato la città?
“Sì, esco con mia moglie e le bambine. Andiamo in centro o al mare. Il mio piatto preferito è la carbonara. Roma è stupenda e incantevole”.
Come hai vissuto la vittoria della Conference League e che effetto ti fa giocare sempre con lo stadio pieno?
“L’anno scorso, quando è arrivato il mister (Mourinho, ndr), è scattata una scintilla, tutte le domeniche e i giovedì lo stadio era pieno e questo dava un senso di responsabilità a noi giocatori. A volte abbiamo soddisfatto i tifosi, altre volte meno. L’Olimpico pieno è qualcosa di unico, i tifosi ci danno tanto. La vittoria della Conference è stata speciale, vedere la città in festa è stato un orgoglio. L’obiettivo era quello di arrivare in finale, il percorso è stato tortuoso e lo sapevamo, non conoscevamo la competizione e si è rivelata difficile. Poi quando vinci e porti un trofeo a Roma è qualcosa che rimane per sempre”.
Il tuo rapporto con Mourinho?
“Il Mister è diretto, schietto e incisivo, ti sa cullare e ti sa “bastonare” se serve. È il vero leader della squadra e un punto di riferimento. Ha cambiato il mio modo di leggere le partite e le situazioni di gioco. Non avevo mai giocato per vincere al 100% come sto facendo con lui. Ha cambiato la mentalità negli allenamenti: diamo sempre il massimo per migliorarci”.
Quali sono i vostri obiettivi per questa stagione?
“La Conference e l’arrivo di nuovi calciatori hanno alzato il livello: non devi pensare di fare due annate uguali, altrimenti non migliori. L’obiettivo è migliorare la classifica dell’anno scorso e, quindi, conquistare un piazzamento in zona Champions League. Ogni domenica cerchiamo di vincere dando sempre il massimo”.
Dybala?
“Paulo è un campione e lo sappiamo. È uno dei più bravi calciatori in Italia, forse il più bravo dal punto di vista tecnico. Ci sono anche Matic, Wijnaldum, Celik e Svilar: quella estiva è stata una bella campagna acquisti che ha migliorato la squadra e fatto crescere il gruppo”.
Ti sei ispirato a Materazzi?
“Ricordo il Mondiale del 2006, è stato il simbolo dell’estate italiana. Dava sempre tutto, ci metteva sempre la faccia: era un calciatore di personalità. È una fonte di ispirazione per me”.
Hai anche un obiettivo per quanto riguarda i gol oltre a difendere bene?
“Se segni aiuti la squadra, quindi spero di tornare a fare gol, ma il mio obiettivo principale è quello di impedire agli avversari di segnarci. Voglio migliorare e lavorare su situazioni di campo dove non mi sono comportato bene, oltre a quelle in cui sono forte, per alzare l’asticella e aiutare la squadra”.
Marcello Spaziani