Radja Nainggolan, ex centrocampista della Roma e anche del Cagliari che stasera affronterà i giallorossi all’Olimpico, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5. Queste le sue parole:
Che tipo di allenatore è Daniele De Rossi?
«E’ uno con le idee chiare, come le aveva in campo le ha anche ora da allenatore. Abbiamo avuto un’esperienza breve alla Spal, dove le cose non andavano come lui voleva, ma la sua visione di calcio era ottima. Non aveva giocatori adatti al suo gioco quindi ha trovato delle difficoltà, ma le sue idee erano buone. La Spal, nonostante non abbia conquistato risultati, era una squadra bella da vedere».
La Roma ha giocatori adatti per il gioco che chiede Mister De Rossi?
«Per me la Roma ha giocatori di qualità, un allenatore con una minima idea di calcio può far fare alla squadra ciò che vuole. E’ vero, la Roma non ha ancora affrontato avversari veramente difficili con la carta. Prima la Roma ha vinto una Coppa eccetera eccetera, ma il gioco non era bello da vedere: contava più il risultato, ma a un certo punto puoi diventare facilmente leggibile per le altre squadre. Giocatori che finalizzano ci sono, l’importante è creare occasioni».
Che partita sarà Roma-Cagliari, da doppio ex?
«Il Cagliari lo vedo in difficoltà, è incostante e resta sempre lì nonostante sia una squadra tosta. Spero che si possa salvare perché è una squadra e una piazza che mi ha dato tanto. La Roma, comunque, è favorita: è in fiducia, ha collezionato due vittorie consecutive e con De Rossi è tornato l’entusiasmo. Lui, poi, sa trasmettere la mentalità giusta».
Bove può essere il nuovo Nainggolan?
«E’ un ragazzo giovane, oggi corre tanto anche perché è giovane e pecca d’esperienza. Gioca bene, se gioca sempre ci sarà un motivo».
Che tipo di centrocampista è Renato Sanches?
«Credo che Renato Sanches sia un giocatore fortissimo, l’ho detto appena arrivato anche se non ha ancora fatto vedere le sue qualità perché è stato sempre infortunato. Perotti alla Roma ha subito meno infortuni rispetto ad altri anni e ha fatto benissimo. Se Renato Sanches non fosse spesso vittima di infortuni sarebbe fortissimo. Io non ho mai voluto che facessero dichiarazioni del tipo “Nainggolan sta giocando infortunato”, ma a volte ho giocato infortunato perché volevo giocare, come accaduto al ritorno contro il Barcellona. Se poi ci fosse stato il Var, con il Liverpool magari…».
Come valuta l’acquisto di Baldanzi?
«Ha giocato all’Empoli e ha fatto bene, così come in Under 21. Per una piazza come Roma, però, serve personalità: lui a Empoli l’ha avuta, ma giocare a Roma è difficile. E’ un giocatore di qualità, a livello qualitativo ci sta alla grande».
Dybala fa la differenza come Totti?
«Oggi Dybala fa la differenza come Totti all’epoca, quindi lo devi lasciare libero affinché possa incidere. De Rossi, però, non ha mai detto che Dybala è allo stesso livello di Totti come tecnica o qualità. Il suo discorso era giusto, intelligente: oggi chi può fare la differenza è Dybala, se lui fa la differenza giocando senza pensieri è necessario che gli altri corrano anche per lui».
Che attaccante è Lukaku?
«Lukaku è un giocatore forte, fortissimo, ma ha bisogno di sentire l’apporto della squadra. Credo che questa cosa a lui mancasse, se arrivano poche palle giocabili lui combatte e lotta ma perde la confidenza. Ci sono partite in cui non è al 100% perché comunque gioca sempre, e se non arrivano palloni è ancora più difficile».
Con quale allenatore ha avuto un rapporto migliore?
«Io ho avuto un buon rapporto con tutti gli allenatori, ma mi divertivo di più con Spalletti. Non ricordo un anno in cui una squadra allenata da Spalletti giocasse male, lo abbiamo visto con il Napoli dell’anno scorso e di oggi».
Le è dispiaciuto lasciare la Roma? Sarebbe mai tornato?
«Diverse volte ho rimpianto la mia scelta per la questione Monchi, ma a volte l’uomo è molto più importante del calciatore. Non sarei riuscito a vedere tutti i giorni la sua faccia, uno dei due doveva andare via. Se avessi saputo che sei mesi dopo sarebbe andato via, probabilmente non me ne sarei mai andato. Sarei rimasto a Roma a vita. Per la Roma sarei anche venuto a piedi, ma non mi hanno mai contattato: per il modo in cui giocavano, comunque, avrei potuto dire la mia, perché ho visto che la Roma giocava davvero male. Noi abbiamo sempre creato tanto, la Roma invece non l’ha fatto quest’anno».
L’infortuno di Strootman è stata la sua fortuna?
«La sfortuna di Strootman è diventata la mia fortuna, suo malgrado. All’epoca giochicchiavo, ma da lì in poi ho sempre giocato. Sento spesso Strootman, gli voglio bene ed è un amico: ha avuto infortuni gravi, era un giocatore fortissimo soprattutto mentalmente tanto è vero che oggi gioca ancora e si regge in piedi. Io, se avessi avuto la sua sfortuna con l’infortunio dopo i 30 anni, probabilmente avrei smesso. Abbiamo fatto il record di punti della Roma in Serie A, ma la Juve era superiore e non abbiamo vinto nulla: oggi, con quella squadra, avremmo sicuramente vinto qualcosa. Oggi la Roma fa fatica contro le grandi, noi invece di big-match ne perdevamo pochi anche perché avevamo giocatori importanti sotto il profilo d’esperienza e di grande carisma».
Quale è il suo gol più bello con la maglia della Roma?
«Di gol belli ne ho fatti tanti, di importanti anche. Ricorderei più volentieri un derby che vincevamo 2-0 senza De Rossi, Totti e altri. Mi restano più impresse queste prestazioni di squadra invece che i gol. Penso il gol più importante è stato contro il Genoa, l’1-0 in mezza rovesciata».
Come procede l’esperienza in Indonesia?
«Voglio fare un altro tipo di calcio, qui cambia totalmente la visione del gioco e della vita soprattutto».
Marcello Spaziani