Il tecnico portoghese è intervenuto ai microfoni di DAZN e in conferenza stampa dopo il 3-0 della Roma contro la Sampdoria, che ha permesso ai giallorossi di salire momentaneamente al quarto posto in classifica.
Di seguito, quindi, le parole di José Mourinho nel post-gara dell’Olimpico:
MOURINHO A DAZN
È soddisfatto della gara?
“Sì, nel primo tempo era frustrante stare 0-0 perché abbiamo creato gioco e occasioni chiare. Quando la Sampdoria è rimasta in 10 è andata ovviamente in difficoltà e noi abbiamo segnato. Poi nei seguenti 10/15 minuti non abbiamo avuto la qualità e l’ambizione di fare il 2-0 e in quel momento lì la Sampdoria ha avuto il pallone e si è avvicinata all’area. Quando sei in un momento non così positivo può succedere di tutto. Poi è entrato Solbakken, che era più fresco, e con Dybala dentro il campo abbiamo avuto maggiore possesso del pallone. Dopo abbiamo segnato i due gol, ma non hanno grande significato. I tre punti invece hanno grande significato”.
La prestazione di Wijnaldum?
“Mi sentivo che prima o poi sarebbe arrivata questa prestazione. Non mi piace parlare di individualità, ma oggi ciò che mi ha reso soddisfatto è l’evoluzione progressiva di Llorente, che ha aspettato il suo momento e ha giocato molto molto bene con Smalling. Non era facile in una difesa a quattro dato che non ci lavoriamo spesso, il fatto che non sono andati in nazionale ci ha permesso di lavorare. Da allenatore mi ha colpito la sua prestazione. Wijnaldum ovviamente ha giocato molto bene”.
Pensa che possa essere una possibilità da qua alla fine della stagione la difesa a quattro?
“Vediamo, dipende dall’avversario e dai giocatori a disposizione. Da allenatore penso sempre a mettere in campo i migliori. Quando si parlava di Celik in una difesa a tre mi sono fatto la domanda, dato che lui non ha mai giocato in quella posizione. Alla fine abbiamo optato per altro. Llorente sa tenere il pallone meglio degli altri difensori centrali, ci dà più uscite per la costruzione dal basso. È stato concentrato difensivamente, ha sbagliato solo una piccola cosa con Spinazzola. Con il pallone è sempre tranquillo, mi è piaciuto molto”.
Stankovic l’ha ringraziata per il suo gesto verso la curva.
“Non deve ringraziarmi. L’ho fatto per un grande uomo e amico, ma lo farei anche per un altro. Anche io sono stato insultato tante volte, ho costruito intorno a me un muro di protezione e penso che Stankovic abbia fatto lo stesso. Ha figli e famiglia, non è bello. I nostri tifosi sono fantastici, ma in quel momento lì ho pensato che avrebbero potuto seguire il mio istinto. Un mio amico non si tocca”.
Sono ancora maturi i tempi per un incontro con i Friedkin? Loro erano allo stadio.
“È il loro club, io lavoro per loro non devo fare nessun tipo di commento. Decidono loro quando venire allo stadio, sono contento che siano venuti e se si sono divertiti ancora meglio. Sono felice per loro”.
Vi parlerete a fine stagione o prima?
“Di cosa? Della prossima partita? Di quello parliamo prossima settimana”.
MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA
Dopo che la Roma è passata in vantaggio, ha avuto difficoltà nella gestione della palla. Nonostante a centrocampo uomini di esperienza come Matic e Wijnaldum, si può migliorare sotto questo aspetto per non soffrire fino agli ultimi minuti?
“Vogliamo sempre migliorare, è vero quello che dici. Dopo l’1-0 non abbiamo giocato bene per chiudere tutto. Stanchezza e ritmo basso, anche di testa. Con tre giocatori a centrocampo, perché anche Pellegrini giocava con Matic e Wijnaldum, abbiamo perso qualche palla: anche senza sentire grande pericolo, quando sei basso, perdi palla e giochi in vantaggio solo di 1-0, la partita è aperta. Quando abbiamo cambiato, siamo migliorati. Il secondo gol non arriva a caso, ma come conseguenza di un miglioramento. Solbakken era aperto a destra ed Augello non poteva alzarsi, avevamo profondità a destra e sinistra con El Shaarawy, Dybala davanti a Matic e Wijnaldum ci ha dato sicurezza nell’uscita con palla. La partita era finita, anche senza il 2-0. Lì eravamo in controllo”.
Le è piaciuta la Roma con la difesa a quattro? Può essere un’opzione per il futuro anche non in emergenza? Ha i giocatori per questo modulo?
“I giocatori che abbiamo sono questi. Cristante è un’altra soluzione con questo sistema. Se giochiamo con la difesa a quattro, due centrali giocano e tre sono in panchina. La costruzione della squadra a tre è stata una conseguenza della necessità di nascondere problemi e di utilizzare i giocatori considerati più bravi. Mi è piaciuto molto Llorente, con la palla ha una cultura diversa rispetto agli altri, gioca di più tra le linee. Zalewski non è un terzino in una linea a quattro. Sono pochi gli allenatori che possono giocare sempre come vogliono e che possono prendere giocatori perfetti per giocare con il modulo che preferiscono. Ci sono altri allenatori, come me, che si devono adattare con quello che hanno. Oggi la cosa più importante era vincere, soprattutto dopo le due sconfitte consecutive”.
Quando è stato sostituto Abraham ci sono stati applausi e qualche fischio. È in crisi psicologica o le è capitato di frequente di vedere un giocatore alternare così il rendimento nel giro di una stagione?
“Non se se i fischi erano per me o per lui, è possibile che fossero per me. O chissà c’era una percentuale di gente che fischiava me o lui. Qualcuno può pensare che non abbia giocato bene o qualcun altro che avrebbe potuto fare gol e che l’allenatore stupido lo ha sostituto. Non lo so. Abraham crisi psicologica? Gli attaccanti vivono per il gol, anche se noi allenatori diciamo che il loro lavoro non è solo il gol, e per la loro autostima è importante segnare. Non sta segnando e magari soffre un po’ per questo. Ma vinciamo insieme e perdiamo insieme. Ha fatto il suo, poi Belotti è entrato fresco, per Tammy c’era il pericolo di prendere il secondo giallo. Il Gallo ha fatto il suo lavoro. In un pomeriggio di difficoltà senza quattro giocatori squalificati, ad esempio si è visto cosa è successo con l’Udinese che ha giocato con 3-4 giocatori squalificati. È dura per squadre come noi e l’Udinese quando hai giocatori infortunati o squalificati, nel nostro caso siamo riusciti a prendere punti”.
Pensando alle sue belle parole di venerdì sulla città e sull’amore, oggi è tornato nel suo stadio. In settimana abbiamo letto da un giornalista autorevole che avrebbe deciso di restare a Roma anche il prossimo anno, avendo il contratto pensavo non fosse in dubbio. Che sensazioni prova sul rapporto con la città, con lo stadio e con questa squadra?
“Quando vai all’Università Gregoriana, seduto al fianco di un illustre cardinale, puoi solo avere parole belle e non puoi dire cose brutte o avrò sempre parole belle per questi tifosi. Anche oggi abbiamo parlato di questo prima della partita: la gente merita lo sforzo, merita che noi, al di là di essere professionisti, siamo anche romanisti, per cercare di capire cosa provano. Si è costruito qualcosa di molto bello con tutti questi record di gente che viene allo stadio, è sempre esaurito anche nei momenti in cui i risultati non sono fantastici. Oggi era una partita dopo due sconfitte di fila, la gente viene e appoggia la squadra, è molto bello. Su quello che si scrive su di me l’unica cosa che posso dire è quello che ho già detto: parlo del mio futuro e del mio stato d’anima solo a casa e qualche volta non lo faccio neanche a casa. Qualche volta mi chiudo in me stesso, non parlo con amici, compagni o con i giornalisti. Se qualche mese fa il nostro CEO Berardi ha detto di essere sicuro che io rimarrò, è una sua interpretazione. Se questa volta il signor Zazzaroni ha detto questa cosa, è una sua interpretazione. Ti garantisco che non ne parlo con nessuno. La mia situazione è molto chiara: dal punto di vista contrattuale ho ancora un anno di contratto e niente. Il calcio è calcio, qualche volta i contratti non sono la cosa più importante. Tutto bene, tutto tranquillo. Sempre con l’obiettivo che la prossima partita è la più importante, i romanisti meritano che noi non siamo solo professionisti ma dobbiamo avere qualcosa in più”.
Marcello Spaziani