Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica di Roma, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione “CrossOver“. Queste le sue parole:
Dopo la delibera che ha riconosciuto l’interesse pubblico dell’opera, quali saranno i prossimi step da seguire nell’iter burocratico?
«Questa è una delibera approvata in Giunta capitolina che dovrà seguire prima una valutazione della Commissioni competenti e del Municipio, che dovrà dare il proprio parere entro un termine di 20 giorni. Successivamente dovrà andare alla votazione dell’Assemblea capitolina. Entro l’inizio dell’anno vorremmo arrivare all’Assemblea capitolina per poi approvare la delibera. Abbiamo quindi un doppio binario: da un lato l’A.S. Roma dovrà predisporre il progetto definitivo che è un vero e proprio banco di prova perché quel progetto sarà valutato da una Conferenza dei Servizi decisoria, se questa si esprimerà positivamente darà il via libero definitivo all’opera; contestualmente noi dovremmo avviare la fase di dibattito pubblico che è normata dal Codice degli Appalti. Dovremmo quindi ascoltare la cittadinanza, presentare lo stadio e verificare l’esigenza del territorio e la veridicità dell’interesse pubblico».
A seguito della prima Conferenza dei Servizi sono stati stilati 34 documenti con le criticità emerse: quali sono le problematiche principali e in che modo sarà possibile risolverle?
«La Conferenza dei Servizi preliminare ha la funzione essenziale di dire se ci sono o meno le condizioni per andare avanti. L’elemento positivo è che nessun ente dei 34 coinvolti ha dichiarato un parere negativo alla possibilità di proseguire nell’iter realizzativo dello stadio. Ogni ente però ha indicato quali sono le criticità che ha riscontrato, le prescrizioni per poter dare successivamente l’assenso al progetto. Alcune delle problematiche evidenziate, a mio avviso, sono questioni risolvibili. Molte riguardano il tema dell’accessibilità all’impianto in sicurezza e il deflusso dallo stesso di 60mila persone contemporaneamente e in sicurezza. Limitrofo allo stadio c’è l’ospedale Pertini, di cui va garantita l’accessibilità almeno al pronto soccorso. Ora il tavolo di lavoro entrerà nel vivo con l’ATAC e con le Ferrovie, lì c’è infatti la Stazione Tiburtina: va reso il trasporto su ferro, che è una grande potenzialità, sostenibile, in quanto ci sarà una grande quantità di persone».
Come valuta la presenza degli 8 comitati contrari?
«Il fatto che ci siano comitati contrari mi rassicura. Nessuna grande né piccola opera a Roma e forse nel mondo non ha avuto pareri contrari. Se ci sono è perché pensano che ci possa essere questo stadio e legittimamente hanno una contrarietà. La fase di dibattito pubblico permetterà di fugare tutti i dubbi che ci sono. Avere dubbi tecnici è possibile e se ne può parlare, se c’è invece una chiusura ideologica è impossibile il confronto. Il nostro obiettivo non è solo la realizzazione dello stadio ma anche riqualificare un intero quadrante della città».
Quali sono i principali temi urbanistici affrontati in merito alla costruzione dello stadio a Pietralata?
«La variante è necessaria perché quell’area era destinata al sistema direzionale orientale, per lo spostamento degli uffici ministeriali dal centro di Roma al di fuori della città antica. Purtroppo questa procedura è fallita negli anni. Sarà la Conferenza dei Servizi a costituire la variante stessa. Non è però una variante che aumenta le cubature, e questa è una cosa positiva in quanto cambia solo la destinazione».
Quali benefici apporterà una tale iniziativa in una zona periferica della città?
«Oggi purtroppo lì abbiamo una landa deserta perché non c’è stata quella progettualità pianificata e progettata. Ci sono campi abbandonati, stazioni della metro inutilizzate, strade che sono diventate discariche e accampamenti. La nostra idea è che possa diventare un luogo più turistico, anche rispetto a quanto ci dice la Roma, con eventi d’intrattenimento e musicali: una straordinaria occasione di rilancio. Intorno ci sarà un’area verde di circa 16 ettari di cui 5 completamente pubblici. Immaginiamo poi un grande campus universitario votato alla ricerca e alla conoscenza, già posto in essere con la Sapienza. Un grande attrattore quindi in termini di presenza, musica e sport. Una grande cerniera anche tra il quartiere Nomentano e quello di Pietralata, con ponti che uniranno Pietralata e Piazza Bologna. Ricuciamo un pezzo della città e gli diamo una vocazione che oggi è irrisolta da tanti anni. Noi abbiamo oscillato tra progetti faraonici, che poi si sono risolti nel nulla, e la scelta consapevole di non proporre progetti ambiziosi in favore della cura della vita quotidiana e particolare, che comunque non si è realizzata. Il nostro obiettivo è unire entrambe, se riusciamo ad attrarre grandi investimenti anche la vita quotidiana dei nostri quartieri periferici puà migliorare».
Marcello Spaziani