Manuel Gerolin, dirigente sportivo ed ex centrocampista della Roma, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5. Queste le sue parole:

Come valuta il mercato della Roma, a otto giorni dal termine della sessione estiva?
«Quando ci sono poche risorse ti devi inventare qualcosa per costruire e gestire una squadra, bisogna capire il contesto in cui stanno lavorando Pinto e Mourinho. Diventa difficile parlare da fuori. Purtroppo le punte forti costano, e chi le ha non le dà via facilmente. L’Atalanta ha venduto molto bene Hojlund, e ora sta alla finestra: se deve dare via Zapata o Muriel le condizioni le vuole dettare. Per sostituire giocatori importanti che hai in casa devi lavorarci sempre 1-2 anni prima, per prenderli subito o hai soldi o fai fatica. Evidentemente, quindi, c’è qualche problematica economica. Devi organizzarti prima in questi casi, ma questa è la linea dettata dalla Roma in questi anni: giocatori a parametro zero, che sicuramente sono bravi perché vengono da grandissime squadre anche se magari sono in una fase calante».

Quanto è diventato fondamentale, rispetto al passato, qualificarsi in Champions League?
«Ai miei tempi era un altro calcio, e un’altra Roma. Arrivavamo sempre secondi o terzi, ma si andava in Champions solo vincendo lo Scudetto e questo purtroppo quando c’ero io non è mai accaduto. Non arrivare in Champions apre delle problematiche ogni anno, oggi soprattutto, e sono evidenti anche quest’estate. Se il mercato è questo e ci si ferma sempre a livello economico, o ti organizzi prima o lanci qualche giovane. Quando hai delle concorrenti che spendono più di te, non per giustificare Tiago Pinto, diventa difficile fare mercato».

Da dirigente, come ci si muove in queste ultime fasi di calciomercato?
«Tiago Pinto le sta provando tutte, ma le dirette concorrenti non è facile che ti diano giocatori per rinforzarti. Sarebbe stupido. Devi cercare di trovare qualcosa all’estero, da rilanciare. Parlando di punte, però, trovare una situazione a 7 giorni dalla fine del mercato non è così semplice se non hai un potere economico. Se lo avessi avuto, invece, la punta sarebbe già arriva: era la prima necessità della Roma da tempo, non ci si può presentare con Belotti ed El Shaarawy, nonostante il bene che voglio a entrambi. Penso che comunque la squadra debba avere 3-4 punte, quindi il problema non si risolverebbe lo stesso: se ne hai due-tre e una si fa male alla fine siamo punto e a capo».

Crede che Lukaku possa arrivare a Roma?
«Il mercato è aperto fino all’ultimo secondo, ma possono esserci soprese. Da qualche parte Lukaku si dovrà accasare, può essere sia a Roma ma questa ricerca dell’attaccante è diventata una situazione snervante».

Ha avuto modo di vedere qualche partita di Marcos Leonardo al Santos?
«Sì, è un giocatore bravo. Si fa sentire, torna indietro, è forte tecnicamente ma meno fisicamente. Sarebbe un acquisto di prospettiva sicuramente, ma non riserverebbe i problemi attuali della Roma lì davanti. Un acquisto di prospettiva però, secondo me, non posso pagarlo 20milioni: diventa un acquisto. Se lo prendi a 6-7 allora sì, è un acquisto di prospettiva, altrimenti è un acquisto punto. Ci sono tanti giovani da poter prendere, lo scouting è importante e va fatto almeno un anno prima per una programmazione funzionale. Oggi poi è più difficile, anche il calcio italiano ha perso appeal e lo scouting ha acquisito più potere».

C’è un calciatore che voleva prendere ma poi non è riuscito a contrattualizzare?
«Ai tempi dell’Udinese giravamo e vedevamo tutti i giocatori. Dybala, che oggi è alla Roma, lo ho proposto a 1.8 milioni di dollari. Poi lo ha preso il Palermo, sei mesi dopo. Avevamo in mano anche Pato. Era un lavoro di scouting diverso, che partiva dalla proprietà come spesso accade anche oggi. Lo sta facendo l’Atalanta, lo ha fatto il Napoli negli ultimi anni. Serve programmazione, lo scudetto del Napoli è uno scudetto programmato che si è venuto a costruire anno dopo anno, rischiando anche alcune mosse andando a prendere Kim e Kvara. Non è semplice, ma devi rischiare perché è l’unico modo per sostenerti. Se spendi e spandi prima o poi arriverà qualcuno a dirti basta, è una cosa che parte da lontano».

Marcello Spaziani