Lorenzo Minotti, ex difensore e oggi talent di Sky, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione “Crossover“. Queste le sue parole:

Come ha vissuto la partita tra Feyenoord e Roma?
«Sono rimasto sorpreso e amareggiato. Dopo una prestazione del genere tornare a casa sconfitti, anche se di misura, fa rabbia. Pensare di dover fare un’altra rimonta non sarà semplice, soprattutto contro una squadra come il Feyenoord che trova il gol con grande facilità. Rabbia e rammarico per la Roma: hanno fatto un primo tempo ottimo, da Mourinho, e in più c’era stata l’opportunità più unica che rara del rigore. La Roma quest’anno è andata in vantaggio 23 volte, e in 22 di queste ha vinto. Il rigore, quindi, ha pesato tantissimo. Mourinho l’aveva preparata bene, senza concedere spazi ai trequartisti avversari, è mancata un po’ la qualità nell’ultimo passaggio. Con l’uscita di Dybala, ovviamente, questa carenza si è dilatata. Nella ripresa c’è stato un quarto d’ora molto buono del Feyenoord con la Roma che ha subito un gol che si poteva prendere, poi mi è piaciuta la reazione ma si sono evidenziate carenze offensive notevoli. Mi aspetto di più dai subentrati, potevano fare un pochino meglio».

Che cosa si aspetta in vista della partita di ritorno?
«La Roma, soprattutto in casa, riesce a esaltarsi e a trovare soluzioni. L’arma vincente del ritorno dovranno essere le fasce laterali, ieri Spinazzola non aveva tanta energia ma si è acceso un paio di volte e il Feyenoord è andato in tilt. Mi aspetto uno Spinazzola che possa veramente far male agli avversari. Dall’altra parte Zalewski ha fatto un primo tempo molto buono, tenendo in difesa e ripartendo tante volte, ma per quello che riesce a costruire poi qualitativamente non riesce a essere determinante. Non so se è una questione che deve crescere o perché, dovendo fare tutta la fascia, poi arriva lì davanti meno lucido. I terzini del Feyenoord per caratteristiche spingono tanto, ma poi lasciano anche tanto spazio dietro. Chi giocherà dovrà essere bravo a farsi trovare nel posto giusto e concretizzare».

Come si spiega il momento di difficoltà di Pellegrini, a prescindere dal rigore?
«Non è brillantissimo fisicamente, da giocatore è capitato anche a me. Quando per un paio di mesi tiri la corda anche se non stai bene poi arriva un momento in cui si presenta il conto. Non mi sembra il Pellegrini lucido e determinato che è stato. Ci può essere anche una componente mentale, mi sembra sia un ragazzo che ci tenga tantissimo e probabilmente sente la responsabilità e la pressione. Anche tatticamente non so, secondo me Mourinho potrebbe aiutarlo maggiormente: ha schierato bene il centrocampo, soprattutto con Matic, ma spesso invece Cristante avanzava e Pellegrini doveva tornare dietro per marcare a uomo. Li avrei invertiti, in modo tale che Cristante potesse dare equilibrio dietro e Pellegrini magari potesse correre meno ed essere più lucido in fase offensiva».

Come mai gli attaccanti della Roma non tirano?
«Non è semplice entrare nella testa dei giocatori. Abraham l’anno scorso era straripante fisicamente, ora tante volte va in difficoltà quando è in duello con l’avversario o quando è chiamato a essere determinante. Trova poche soluzioni per tirare. Belotti l’ho sempre stimato, non so cosa gli sia successo: sembrava dovesse andare al Milan, ora è l’ombra di quello che abbiamo conosciuto a Torino. Contro il Feyenoord, mi dispiace dirlo, faceva fatica a stoppare la palla o a combattere con i difensori».

Marcello Spaziani