Luigi “Gigi” Cagni, ex difensore con oltre 500 presenze in carriera tra i professionisti e oggi allenatore in “pensione”, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione “Borderò“. Queste le sue parole:

La Roma versione 2023, la sta convincendo?
«Dipende, sotto il profilo del gioco… Del gioco ci interessa poco se poi si vince, in questo momento la Roma sta puntando molto sui singoli perché ha dei singoli che possono vincere le partite da soli. E manca ancora Zaniolo, che può sicuramente incidere con le sue qualità».

Che cosa ne pensa di Nicolò Zaniolo?
«Io saprei cosa fare con lui, è inevitabile che gli si debba spiegare come si fa questo mestiere e se non lo fa è fuori. Questo mestiere va amato ogni giorno, i giocatori oggi non fanno tanti sacrifici e l’impegno deve essere costante soprattutto a casa. Deve pensare al suo lavoro, ed è un lavoro duro se lo fai al 100% tutti i giorni. Ha grandissime qualità ma deve crescere per raggiungere i massimi livelli, per poi poterti divertire da matti. Io non sto dicendo che lui non si impegni, sto dicendo che uno della sua età e con il suo fisico deve correre avanti e indietro per un’ora e più. Non si sta divertendo, non è in condizione al di là degli infortuni passati: il crociato si è rotto perché è alto e ha una muscolatura giovane, per questo deve essere più attento e vivere più sano del sano. Per amare questo mestiere devi andare a dormire alle 21 e stare a casa, devi amare tutto di questo mestiere. Secondo me, per lui, deve andare via da Roma e dall’ambiente Roma, che è un ambiente ovattato verso il fuori. Qualcuno lo deve spronare, Mourinho non credo sia quel qualcuno anche perché secondo me non sente la squadra totalmente sua pur facendola rendere al massimo».

La Roma gioca meglio senza Zaniolo?
«Per ora e per lo Zaniolo attuale assolutamente sì, ma perché lui non rende per le qualità che ha. Lui è un esterno che ti massacra la faccia, al 70% la partita si vince sulle fasce nella metà campo avversaria. Con un dribbling sei automaticamente in superiorità numerica, il Napoli fa così, poi ogni tanto verticalizzi verso il centravanti, che la Roma ha. Zaniolo si sente importante se corre con un matto, poi è chiaro che non rendi».

La solidità difensiva della Roma è tutto merito della difesa a 3?
«La difesa a 3 vuol dire difesa a 5 in fase difensiva, sei sempre uno in più dei 4. Poi in avanti hai Pellegrini e Dybala, devi correre anche per loro. Ricordo il Dybala della Juventus, quando sta bene fisicamente rientra molto anche in difesa».

Come mai ha deciso di “ritirarsi” dalla carriera da allenatore?
«Se dovessi solo entrare in campo e allenare lo farei domani, ma non riesco né a comprendere né a leggere il sistema attuale. Non posso neanche tornare ad allenare i ragazzini, picchierei i genitori (ride, ndr). Oggi nel calcio l’allenatore è il vero leader, non c’è più il leader in campo che ti aiuta a risolvere i problemi che si pongono. Tutti gli allenatori vorrebbero una mano, ne sono sicuro, dal dentro è diverso che dal fuori: se non si facesse consigliare non sarebbe un leader neanche l’allenatore».

Marcello Spaziani