Franco Colomba, ex centrocampista e allenatore tra le altre di Bologna, Napoli, Salernitana e Parma, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione “Borderò“. Queste le sue parole:
Che squadra tiferà ai Mondiali in Qatar?
«Tifo per il calcio vero, Argentina e Brasile. E’ un calcio che si avvicina tanto al nostro storico, quello dell’Argentina soprattutto. Ci sono i campioni, i leader, Messi e Neymar, mi piace il calcio che vive dei talenti naturali che fanno la differenza. Mi piace anche il Portogallo, con un po’ di nostalgia per il Ronaldo che era. I grandi campioni sono sempre stati nel cuore degli sportivi per la qualità del giocatore. Voglio pensare all’Argentina come favorita, mi piacerebbe rivivesse il sogno di Maradona con Messi».
Da allenatore, è meglio un Dybala che esce al primo turno o un Dybala che vince il Mondiale?
«Merita di fare qualcosa di importante, sarebbe meglio vincere perché tornerebbe più consapevole. Ciò significherebbe poi tornare senza problemi fisici perché giocherebbe tante partite ravvicinate, e per lui sarebbe un vantaggio anche mentale».
Che cosa si aspetta da questo Mondiale?
«Mi dà l’idea di vedere un Mondiale ovattato in un mondo che non abbiamo mai visto. I giocatori giocano ma non sanno dove sono e non si sa come andrà a finire».
Ci saranno conseguenze anche dal punto di vista degli infortuni nel post-Mondiale?
«Questo problema c’è anche quando i Mondiali si giocano d’estate, il dopo può essere sempre problematico per qualcuno. Se arrivi fino in fondo e da Campione del Mondo, però, a livello del morale fa miracoli».
Pensa che questo sia l’anno buono per il Napoli?
«Ha buone possibilità, non ha lacune. Quando una squadra non ha lacune in nessun reparto e si può permettere di cambiare squadra ogni partita o inserire . Il problema del Napoli è sempre stato il non riuscire a portare a termine le cose, quest’anno dobbiamo dire che potrebbe farcela. Le altre hanno palesato alcune difficoltà. Ci sono tanti giocatori di livello, voglio citare Lobotka: fa girare palla, sa quando accelerare e quando rallentare, guida i compagni in avanti ma anche dietro. Gli altri sono un po’ altisonanti, sono tutti ottimi giocatori che risplendono. Lobotka risplende meno ma ha fatto fare un salto di qualità».
Come deve affrontare questo Napoli la seconda parte di stagione?
«Nel corso degli anni il Napoli ha avuto tante delusioni, non dimentichiamo gli scudetti persi per un punto o i campionati dove non riusciva ad arrivare in fondo. Il pubblico e la società ne sono abituati, questo Napoli è cresciuto e questa è la sua forza. Il ritmo che ha tenuto nel girone d’andata porta tanta autostima, ma non può e non deve mollare».
Che succede in questo momento alla Roma?
«Succede che a inizio stagione è scattata un’euforia alla Mourinho che Mourinho stesso ha cavalcato alla grande. Nella difficoltà, però, secondo me non è riuscito a toccare i tasti giusti e ora ha qualche problemino. E’ una Roma che punta molto sulle individualità e le individualità hanno avuto qualche flessione, . Mourinho però è un grande catalizzatore, il pubblico lo ama e i giocatori lo stimano, bastano due vittorie di seguito e Roma torna a sognare».
Quali sono i tasti giusti?
«Riuscire a recuperare qualche giocatore infortunato e inanellare qualche risultato positivo. Mourinho è bravo perché sposta l’attenzione su altre cose, riesce a barcamenarsi in queste situazioni. Per lui non è stata una settimana facile».
Alcuni dei vincitori della Conference League secondo lei si sono adagiati sugli allori?
«Bisogna essere realisti: un trofeo è sempre bello vincerlo, soprattutto perché a Roma mancava da tanto tempo. Nel campionato, però, i tifosi vogliono sfidare le grandi alla pari e togliersi qualche soddisfazione. La Coppa è un qualcosa in più».
Pensa che questo calo di prestazioni nell’ultima settimana di campionato possa influire alla ripresa?
«Lo si vedrà, ora è capitato questo periodo ma per un certo periodo la Roma è andata fortissima. Può essere un calo dovuto dai tanti impegni ravvicinati, che non tutte le squadre riescono a sopportare bene. Ce ne saranno sicuramente altri, vedremo come andrà».
Marcello Spaziani