MADRID, SPAIN: AS Roma's coach Ezio Sella speaks with his players during their Champions League first round match day two group B football match at Santiago Bernabeu stadium in Madrid 28 september, 2004. Real Madrid won 4-2. AFP PHOTO/ Javier SORIANO. (Photo credit should read JAVIER SORIANO/AFP via Getty Images)

Ezio Sella, ex allenatore della Roma a livello giovanile ma anche in prima squadra con collaborazioni tecniche ed esperienze da vice tra il 1993 e il 2005, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione Mixover. Queste le sue parole:

La Roma ha superato il momento delicato di inizio stagione?
«Penso di sì, le ultime vittorie hanno riportato un certo equilibrio e un certo entusiasmo nella squadra. La Roma ha intrapreso una strada buona per poter risalire in classifica, anche grazie alla grande esplosione di Lukaku fin dalle prime partite».

Le note positive, secondo lei, da dove provengono?
«Sembra che la squadra abbia ritrovato una certa solidità. Manca un difensore importante come Smalling, è un’assenza pesante, ma ora la Roma ha ritrovato la spinta degli esterni e il gioco per rifornire gli attaccanti e fare gol. Tutte quelle cose che abbiamo visto l’anno scorso, la difesa granitica e un bomber in avanti che riesce a fare gol».

Quest’anno la Roma è sfortunata o paga qualche scelta della campagna acquisti?
«Secondo me la campagna acquisti è stata abbastanza positiva. Certo, poi ci sono gli infortuni che nessuno può prevedere e che hanno penalizzato l’avvio stagionale. I sostituti, comunque, stanno rispondendo bene. La Roma ha tutte le caratteristiche per poter puntare alle prime quattro posizioni».

Quanto conta coinvolgere tutti gli elementi della rosa?
«Devi essere bravo a coinvolgere tutti fin dall’inizio di campionato. Alla fine hai bisogno di tutti, anche di chi non avevi idea potesse essere titolare. Mourinho in questo è molto bravo, riesce a motivare tutto il gruppo».

Perché non si è passati alla difesa a quattro, soprattutto nei momenti di difficoltà?
«Sono idee del tecnico, evidentemente il Mister si sente più tranquillo con una difesa a 3 o a 5. A volte per passare a 4 serve tempo e allenamento. Non è complicato, ma ci devi lavorare. Se già dall’inizio lavori su due sistemi di gioco allora diventa più facile cambiare, anche durante la partita. Se però lavori esclusivamente su un modulo, cambiandolo repentinamente potresti andare a creare incertezze tra i giocatori. Secondo me conviene allenare su più moduli e situazioni, almeno per dare un imput generale ai giocatori».

Avere uno come Lukaku aiuta la consapevolezza nel creare pericoli ?
«Oltre a Lukaku, anche Belotti ogni volta che viene impiegato ha un rendimento eccezionale. Lukaku fa reparto da solo, tiene la palla e fa giocare bene i compagni che ha vicino. Quando hai attaccanti che riescono a muoversi bene tutti giocano meglio, tutta la squadra».

Vedrebbe bene una sorta di tridente Lukaku-Dybala-Belotti, per non dire Abraham?
«Sarebbe un messaggio importante, significherebbe portare una squadra offensiva che va a fare gol attraverso la qualità. Dipende poi anche dal centrocampo. Diventa difficile difendersi in 6-7, quindi poi loro stessi dovrebbero aiutare non solo in fase offensiva ma anche in fase difensiva. Per l’avversario sicuramente è più preoccupante, sono tre giocatori di talento, mandi il messaggio di voler fare la partita e cercare il gol. Se giochi invece con una punta e una mezza-punta mandi un messaggio più equilibrato».

Che tipo di giocatore e Capitano è Lorenzo Pellegrini?
«Pellegrini è un giocatore di qualità, fa la differenza e se sta bene è determinante. Chiaramente va sfruttato per le sue caratteristiche: se giochi con un centrocampo a tre ti può fare bene la mezz’ala sinistra, ha tempi d’inserimento e un gran piede. Non è facile per un romano essere Capitano, hai sempre gli occhi puntati addosso e tante pressioni. Pellegrini è un patrimonio della Roma, se ben sfruttato può fare grandi cose come ha dimostrato. Forse non ha continuità, a causa soprattutto degli infortuni».

Preferisce tenere il pallone e attaccare o attendere il gioco degli avversari?
«Sono concezioni diverse. Il Barone è il numero uno, ma personalmente preferisco avere la palla io. Per come vedo il calcio preferisco offendere invece di difendere, con un certo equilibrio. Questo è il mio modo di pensare calcio».

Ezio Sella chi vedrebbe bene, in futuro, sulla panchina della Roma nel post-Mourinho?
«Italiano mi piace, ma se devo prendere un allenatore con l’idea di calcio sopra detta andrei a prendere Conte. Conte ha tutte le caratteristiche motivazionali, agonistiche, tecniche e tattiche. Dà tanto ai giocatori e vuole tanto dai suoi giocatori».

Foto: Getty Images

Marcello Spaziani