Emanuele Pirro, ex pilota automobilistico italiano e vincitore della 24 Ore di Le Mans per cinque volte, oggi responsabile del McLaren Young Driver Programme, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione A Tutto Sport. Queste le sue parole:

Come valuta l’esito delle qualifiche di questa mattina a Suzuka?
«Ora come ora è praticamente impossibile avvicinarsi alla RedBull. Tutti durante l’anno fanno dei passi avanti, ma è impensabile per qualcuno arrivare come pacchetto vettura alla RedBull. Oggi c’è un adattamento particolare della singola vettura sul tracciato, come la settimana scorsa a Singapore con la Ferrari, ma la costante Verstappen resta sempre».

Come si spiega la netta differenza di prestazioni tra Verstappen e Perez?
«La prima e la seconda guida sono un’equazione complessa. Battere uno come Verstappen, ora come ora, è particolarmente difficile. La qualifica di Suzuka arriva dopo la Direttiva tecnica della FIA che spiega l’utilizzo delle ali flessibili, punto di forza della RedBull, e alcune voci davano per irregolare il suo utilizzo e motivavano così la debacle di Singapore. Questo ha dato energia, il problema di Singapore era semplice adattamento. In questa pole position c’è tanto tanto Verstappen più che RedBull, ha guidato in modo spettacolare».

In che modo giudicherebbe l’operato dei Commissari, facendo riferimento al GP di Singapore in merito agli impeding di Verstappen e alle ultime direttive?
«Quell’episodio è stato riconosciuto anche da altri Commissari. I Commissari sono 4 per ogni gara, possono sbagliare e va apprezzata l’onestà nell’affermare di aver preso una decisione sbagliata. McLaren e Mercedes hanno avuto un vantaggio di prestazione con il motore ibrido, vedi Hamilton negli anni passati. Ora la RedBull ha usato la strategia delle ali mobili, il concetto di rigidezza è astratto e da qui arriva la difficoltà nell’interpretare il regolamento: Newey è molto furbo in tal senso. La RedBull non è irregolare, sarebbe inesatto e ingiusto affermarlo».

Che gara si aspetta domani?
«Le gare vanno oltre chi le vince, si corre in 20 e ci sono tante gare dentro la singola corsa. Magari nella lotta 2°-3° posto ci sono battaglie molto interessanti, anche in ottica costruttori. Suzuka è una pista splendida, impegnativa per il fisico del pilota: mi aspetto una gara bella ma non tanto spettacolare, è una sfida molto impegnativa. Va guardato oltre il duello e il sorpasso, ci possono essere spunti interessanti».

Parlando di Ferrari, è Sainz che si merita la prima guida a discapito di Leclerc?
«Il concetto di prima guida non è più attuale: oggi ci sono due macchine assolutamente identiche, a volte ci sono aggiornamenti singoli come è successo quest’anno alla McLaren ma accade raramente. Sainz è in ottima forma e questo fa riflettere molto. C’è una dose di potenziale che uno ha innata, ma ci sono momenti buoni e altri meno buoni. Quando bocciamo qualcuno o quando lo reputiamo una star dobbiamo leggere tra le righe. Sainz sta facendo qualcosa di straordinario, è in grande fiducia. Il modo in cui le macchine devono essere guidate può essere più consono a un pilota rispetto a un altro: conta tanto l’adattamento. Godiamoci Sainz in forma, fino all’altro ieri in tanti avrebbero puntato su Leclerc ma avrà tempo di rimettersi in forma. Se fossi il capo Ferrari, comunque, se dovessi tenerne uno terrei Leclerc, ma è difficile perché hanno caratteristiche diverse. Leclerc è più istintivo, Sainz più intelligente e stratega. Tutti i piloti comunque, anche quelli di metà classifica, se sono in forma possono ».

Quale scuderia vedi favorita per il secondo posto nel Mondiale Costruttori tra McLaren, Mercedes e Ferrari?
«Lavorando per McLaren devo dire McLaren, ma il campionato è lungo. McLaren sta riposizionandosi dove era abituata a essere, può essere definita il terzo incomodo. Mercedes sta occupando invece posizioni che non gli competono, non sono abituati a lottare per il 5°-6° posto e presto torneranno ai loro livelli. Ferrari è Ferrari, con le gioie e i dolori che ha sempre dato ai suoi tifosi. Non mi sbilancio».

Che cosa pensa delle prestazioni di Lawson, che l’anno prossimo rischia di tornare a essere un pilota di riserva?
«Penso che Lawson ha fatto vedere qualcosa di quasi straordinario, RedBull lo sa. Perez ha sempre un piede più fuori che dentro, se fossi Lawson accetterei il ruolo di riserva e poi chissà. Presto comunque gareggerà su RedBull o AlphaTauri, è troppo bravo per lasciarlo parcheggiato e ha mostrato il suo biglietto da visita. In F1 ogni sedile è precario nonostante i contratti, e in RedBull questo concetto è amplificato ancora di più. La sua chance arriverà, senza ombra di dubbio».

Marcello Spaziani