Il Dottor Ernesto Alicicco, storico medico sociale della Roma, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione Mixover. Queste le sue parole:

Ha avuto modo di vedere Paulo Roberto Falcao: che tipo di calciatore è stato?
«E’ stato uno dei più grandi giocatori della storia del calcio, un fuoriclasse. C’è stata una Roma prima Paulo Roberto Falco e una Roma post Paulo Roberto Falco: quando è arrivato non ha portato solo la classe sportiva, ma come ci si comporta da persona umana e da uomo. E’ stato una grandissima persona oltre che un grandissimo calciatore. Ha portato negli spogliatoi tranquillità, faceva quasi da paravento qualsiasi cosa andasse storta».

Come era vivere quella Roma?
«In quella Roma c’erano persone di grande personalità, da Tancredi e Vierchowod e Nela fino a Pruzzo e Conti. Era una Roma piena di grandi uomini prima che calciatori».

Quale potrebbe essere un difetto di Falcao?
«Aveva una grande soglia di sensibilità del dolore. Altri avrebbero giocato anche con un fastidio, lui invece si fermava perché sentiva dolore».

Che cosa rimane di Falcao nella romanità giallorossa?
«Il trasporto della sua mentalità vincente in un gruppo dove di ragazzi vincenti già ce ne stavano. Magari la Roma in quegli anni ha vinto poco, mi viene in mente anche il gol di Turone. Non è facile vincere a Roma, perché non si sa per quale ragione al momento giusto vengono fuori chiacchiere e insinuazioni che portano insicurezza all’interno di uno spogliatoio. Le polemiche a Roma regnano, se non c’è la polemica non è normale. C’erano due grandi capi in quella Roma: il Presidente Dino Viola e Nils Liedholm, l’uomo che più di tutti cercava di sistemare le situazioni e smorzare le polemiche».

Quale era il rapporto tra Di Bartolomei e Falcao?
«Erano due uomini intelligenti, con un grosso cervello che usavano per aiutare i colleghi quando ne avevano bisogno».

Che idea si è fatto della Roma di José Mourinho, in questo momento storico?
«Ho una buona idea di questa Roma, purché la lascino tranquilla. Quando perde arrivano le critiche, quando vince gli altri sono scarsi. E’ un continuo tartassare che psicologicamente non fa bene, non so se mi spiego. Per questo a Roma si vince poco e si dovrebbe vincere ancora di più».

Marcello Spaziani