Gaetano D’Agostino, allenatore ed ex calciatore, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione Crossover. Queste le sue parole:
Mondiali in inverno?
“Nei Mondiali in estate molti giocatori arrivano stanchi e quindi alla fine emergono le qualità dei singoli che portano alla vittoria delle squadre quasi sempre più forti. In questo caso vedo molte Nazionali al top della forma che stanno riuscendo a compensare con l’agonismo la differenza di qualità. Inoltre, stanno scomparendo le “squadre cuscinetto”, non esiste più il gap di qualche anno fa”.
Sorpresa e delusione?
“La sorpresa del primo turno è ovviamente l’Arabia Saudita: tatticamente hanno fatto una partita perfetta e sono riusciti a colmare l’enorme divario tecnico esistente. L’atteggiamento dell’Argentina però è stato davvero deludente, mi è sembrata una squadra improvvisata con la tendenza ad affidarsi a Messi ad ogni difficoltà. Non è facile per un allenatore gestire tanti campioni, ma devi cercare di essere il più possibile credibile”.
Dybala per la Roma come Messi per l’Argentina?
“Esiste una differenza enorme tra Dybala e gli altri giocatori della Roma, questo i calciatori lo sentono e nel momento di difficoltà viene naturale affidarsi alle qualità del singolo molto più forte degli altri”.
Può essere un limite?
“Avere dei compagni di squadra così forti è sempre un vantaggio: se fossi Zaniolo, ad esempio, mi metterei a lavorare senza sosta con Dybala per capire alcuni aspetti del suo gioco e rubare tutto il possibile”.
Mourinho dice che un allenatore non può fare miracoli, sei d’accordo?
“Quando si arriva in Serie A le qualità tecniche non si migliorano più, ma ogni giocatore può crescere sotto il profilo dell’esperienza e della messa in campo delle sue qualità. Tutto questo processo è legato alla mentalità del singolo, serve l’attitudine giusta, un allenatore di cui fidarsi e soprattutto l’umiltà”.
Da ex giocatore come valuti la comunicazione di Mourinho?
“Mourinho ha sempre criticato gli atteggiamenti sbagliati, mai gli errori tecnici. Lui è abituato a comunicare in un certo modo con i calciatori, tutti i campioni lo capiscono. Serve personalità per comprendere il modo di allenare di Mourinho. La Roma sta crescendo, è una società che vuole arrivare a vincere. Gli acquisti estivi importanti certificano questo desiderio”.
Hai ricordi delle sfide contro di lui?
“Ogni volta che ho giocato contro Mourinho in campo ho sempre avuto la sensazione di poter vincere, ma alla fine ho sempre perso. Di solito perdevo negli ultimi minuti e quasi sempre per 1-0. Non può essere casuale”.