Valeri Bojinov è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione Crossover. Queste le sue parole:
Sei tornato in Bulgaria, come va la tua avventura?
“Tutto sta andando molto bene, sto lavorando al Septemvri Sofia dando una mano alla squadra e all’allenatore. È un club con un progetto interessante, ricco di giovani bulgari. Voglio aiutare i ragazzi a crescere e ad avere una carriera importante”.
Domani la Roma giocherà contro il Ludogorets, che squadra è?
“La sconfitta di Udine ha colto di sorpresa praticamente tutti, ma sono incidenti di percorso che all’interno di una stagione possono capitare. Se domani la Roma scenderà in campo con l’atteggiamento giusto non avrà problemi, ma è fondamentale non sottovalutare l’avversario, specialmente in Europa. Offensivamente sono una squadra pericolosa, hanno delle individualità interessanti come Despodov, ex Cagliari, e Tekpetey, attaccante esplosivo e praticamente ambidestro”.
Cosa ne pensi della Roma?
“Parto dall’allenatore: mi piace moltissimo Mourinho. In questa stagione vedremo una squadra diversa. Il tecnico conosce la qualità del suo gruppo anche se cerca sempre di mantenere un basso profilo. La Roma ha una rosa importante e ha preso giocatori forti. Sono sicuro che farà un campionato di alto livello e che Mourinho proverà a vincere anche quest’anno”.
Sei mai stato vicino al trasferimento alla Roma?
“Sì, dopo il primo periodo al Manchester City era praticamente tutto definito per il passaggio in giallorosso. In estate abbiamo fatto un’amichevole contro il Milan e io ho segnato, al termine della gara la dirigenza e l’allenatore hanno insistito per farmi rimanere e il trasferimento è saltato. Dopo mi sono fatto male ad inizio campionato e la mia esperienza in Inghilterra è praticamente finita”.
Ci sono talenti particolarmente interessanti in Bulgaria?
“Molti, è pieno di giovani con grandissima qualità, ma nel calcio di oggi serve tempo e soprattutto pazienza. Bisogna lavorare molto con i giovani per proteggere la loro carriera. Preferisco non fare nomi, ma parlare del movimento in generale”.