Carlo Rombolà, avvocato e docente universitario di diritto dello sport, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione “Crossover“. Queste le sue parole:
Che cosa sta accadendo in queste ore, con le indagini che tra gli altri club vedono coinvolta anche la Roma?
«A dispetto dei titoloni bisognerebbe un po’ ridimensionare il tutto. Ci troviamo in una fase embrionale di indagini che sembra stiano riguardando altre squadre di Serie A oltre alla Juventus. L’approdo alla giustizia sportiva è ancora piuttosto lontano, stiamo parlando ancora di indagini della giustizia ordinaria che come per la Juventus hanno tempistiche diverse. La cattiva notizia è che se queste indagini troveranno qualcosa meritevole di attenzione da parte della giustizia sportiva allora gli atti d’indagine saranno trasmessi alla Procura Federale, che ha tra i suoi poteri quelli di deferire soggetti e società implicati e aprire un processo sportivo che risponde a logiche terze rispetto a quello ordinario se non altro per il concetto di celerità. Qualora il tutto dovrebbe essere provato, si potrebbe delineare una situazione analoga a quella della Juventus, perché si parla di plusvalenze e bilanci artefatti: al momento, però, stiamo costruendo tutto su dei condizionali».
Con quei pochi elementi a disposizione che idea si è fatto della situazione?
«Ho letto diversi articoli che rimandano a delle situazioni in cui ci sarebbero diversi calciatori coinvolti e quindi diverse operazioni. Facendo finta che si crei una situazione degna d’attenzione con riguardo alle plusvalenze, ovviamente il pensiero corre al caso Juventus. In merito alle conseguenze, però, tanti sono i fattori variabili: nel caso della Roma potrebbero non esserci intercettazioni, libri neri, azioni ripetute in modo sistematico e cambierebbe quindi la situazione. Dal punto di partenza che stiamo leggendo adesso a uno scenario apocalittico che è quello che tra le righe leggiamo tra i titoli ne passa tanto».
Come è possibile che in questi anni non sia emerso nulla, nonostante la Roma fosse quotata in borsa?
«Potrebbe essere qualcosa di estremamente recente, me lo spiego solamente così. La Juventus ha avuto sotto osservazione i propri bilanci da diversi anni, le notizie che sono uscite sulla Roma e sulle altre squadre è verosimile che riguardino attività non messe in atto da tanto tempo ma da relativamente poco. Le plusvalenze in sé non sono un’illecito sportivo, sono qualcosa di necessario per far quadrare i bilanci. Diventano illecite, invece, quando sono fatte sistematicamente in maniera irregolare e quando si sconfina nel limite del falso materiale. Al momento non vedo alcunché per gridare all’allarme».
Le tempistiche per un’istruttoria del genere si aggireranno sempre intorno all’anno?
«Probabilmente sì, come nel caso della Juventus. Meno grave è il fatto però e più corte saranno le tempistiche. Da qui il mio pensiero che sostanzialmente se si tratta di cose particolarmente gravi allora dovremmo attendere ancora diversi mesi, mentre se si tratta di cose che si esauriscono in indagini limitate nel tempo allora le tempistiche saranno più brevi. La responsabilità penale è personale, quella societaria invece è oggettiva ma nel momento in cui si riscontrano azioni particolarmente gravi».
Le indagini in futuro potrebbero riguardare anche altri club di Serie A?
«A pelle sì, ma perché si è paventato un terzo filone processuale della Juventus che avrebbe tirato dentro altri club non ancora usciti. Noi parliamo di processo sportivo, ma nasce tutto da indagini della procura ordinaria: se non ci fosse stato il lavoro della Procura di Torino le indagini non ci sarebbero state indagini sportive. La linea della Procura Federale è stata quella di punire un sistema volto a violare le norme sportive in maniera organizzata, se dovessero uscire fuori tante operazioni spot magari esagerate o ingigantite oltre il tollerabile allora se devo rifarmi a quel teorema della Procura Federale non credo sarà un’indagine che si svilupperà a macchia d’olio a meno che non si riscontrino gli stessi elementi trovati nella Juventus con altri club».
Marcello Spaziani