Andrea Zorzi, ex pallavolista italiano membro della cosiddetta “generazione di fenomeni”, giocatore dell’anno FIVB nel 1991, due volte Campione del Mondo e oggi talent di Sky, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione “A Tutto Sport“ alla vigilia del Gran Premio di Misano. Queste le sue parole:

Che idea si è fatto della questione Egonu-Mazzanti?
«Certamente non positiva, i risultati non sono stati quelli che ci aspettavamo. Ci sono due aspetti: questa complessità non risale a tempi recenti ma è più in là nel tempo e nessuno, né la Federazione né la Egonu, è riuscito a risolverla; da ex giocatore, poi, quello che mi preoccupa maggiormente è che ci possa essere qualche spaccatura all’interno del gruppo e questo potrebbe diventare molto pericoloso perché poi diventa difficile trovare soluzioni in tempi brevi. Anch’io ero finito in panchina e non ne ero felice, ma ho sempre canalizzato i conflitti in maniera positiva perché c’era una sorta di patto di fiducia reciproca all’interno di quel gruppo il cui veniva anteposto il benessere della squadra. Forse il risultato della Pallavolo Femminile è dovuto anche da queste questioni».

Cosa succederà in vista del PreOlimpico e, successivamente, a Parigi 2024?
«Il PreOlimpico è un torneo abbastanza complicato, occorre giocare una buona pallavolo per guadagnarsi la qualificazione diretta anche se il ranking fa pensare che l’Italia possa andare comunque alle Olimpiadi di Parigi 2024. La sensazione è che questo gruppo abbia grandi potenzialità ma non le abbia sfruttate fino in fondo. Non so come finirà, vedremo, certamente è una situazione molto complicata».

Se Andrea Zorzi fosse il Presidente della Federazione, come si comporterebbe?
«Per fortuna non sono il Presidente e posso schivare questa domanda. Chi ha compiti di responsabilità deve prendere decisioni davvero complicate, per questo non ho mai fatto l’allenatore. Penso però che il rapporto Mazzanti-Egonu non sia l’unico tema da risolvere, quello che è avvenuto dieci giorni fa è ancora molto caldo. La Federazione dopo il PreOlimpico dovrà prendere una decisione e, cosa ancora più difficile, spiegarla».

L’Italia Femminile ha deluso le aspettative negli Europei, terminando al quarto posto?
«Sul piano tecnico mi è più facile esprimere un’opinione: ho visto giocare una pallavolo di discreto livello contro squadre che vanno rispettate ma che non rappresentano un vero ostacolo. Già nelle qualificazioni si vedeva che la Nazionale Femminile arrivava ai risultati ma la prestazione non era sempre perfetta, tra i Maschi invece la capacità di dialogo c’è sempre ed è ottima. Si è confermato ciò che temevamo: un gioco troppo incentrato su Paola Egonu, come se potesse giocare da sola».

Quali insidie può presentare la partita di questo pomeriggio contro la Macedonia?
«E’ difficile immaginare insidie tali da mettere in dubbio un risultato che sembra scontato. Mai dare per scontato, però, che il risultato sia già scritto. La Macedonia ha un grande attaccante, però non c’è nessun segnale che possa rendere questa partita equilibrata, avendo anche visto l’Italia Maschile negli ultimi giorni».

Potremmo andare avanti negli Europei e, soprattutto, quanto?
«Più avanti dovremmo incontrare la vincente tra Germania e Olanda, con quest’ultima favorita. A loro sfavore però c’è da dire che l’anno scorso pur giocando benissimo hanno perso contro l’Ucraina, smettendo completamente di giocare. Gli olandesi, guidati dall’italiano Piazza, non dovranno fare questo errore. La Germania invece negli scorsi giorni anche contro l’Italia ha giocato con leggerezza ma perché non valeva nulla, chissà se cambierà qualcosa alzando il livello».

A Parigi c’è speranza per il tanto agognato oro azzurro?
«Il motivo per cui parliamo di questa sorta di grande dispiacere per il mancato oro olimpico è perché l’Italia ha spesso avuto storicamente la possibilità di vincerlo, da favorita o comunque da squadra forte che ci andava vicina. Questa Nazionale ha un ottimo livello, hanno già vinto e sono già Campioni. Non solo ce la possono fare, ma davvero per me è favorita. Ciò non è certamente garanzia di vittoria, ma rende questo torneo più speciale. L’ambiente però è complicato: ci sono meno giorni di allenamento e un grande peso mediatico».

Marcello Spaziani