Abrahm Conyedo, lottatore medaglia di Bronzo alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e medaglia d’argento ai Giochi Olimpici del Mediterraneo 2022, insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica e tifoso della Roma, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione “Borderò“. Queste le sue parole:

Come si è avvicinato a questo sport?
«Da piccolo mi è sempre piaciuto giocare per vincere, volevo essere famoso visto che la mia famiglia era povera. Inizialmente ho provato con il pugilato, ma la mia vita era la lotta. Ho iniziato ad allenarmi con la convinzione di poter battere i ragazzi più grandi, e dopo la prima gara tutti hanno visto che ero bravino».

Come è il movimento della lotta in Italia e a Cuba?
«Il movimento della lotta è un movimento importante, è uno degli sport più antichi e a Cuba è sport nazionale. In Italia ci sono meno persone che lo praticano ma piace tanto».

Che tipo di allenamenti fate?
«Il nostro allenamento fondamentale è la lotta, ma dobbiamo essere molto bravi a gestire le energie e le misure del tappeto per non perdere punti. La parte più importante è la preparazione fisica, oltre che alla mentalità. La mentalità si allena, è importante avere un allenatore che sappia come lavorare con te: devi caricarti al punto giusto, io penso sempre al mio sogno che avevo fin da piccolo cioè la medaglia olimpica».

Esistono delle categorie nella lotta, giusto?
«Ogni atleta ha una sua categoria a seconda del peso. Ti prepari tutto l’anno per raggiungere un certo peso».

Quale è la medaglia a cui sei più legato?
«Quando avevo 15 anni il mio allenatore mi ha detto che, se mi fossi fidato di lui, mi avrebbe reso un campione olimpico. Quando alle Olimpiadi di Tokyo ho conquistato il bronzo, a 28 anni, mi ha detto: “non ti avrò reso campione olimpico, ma bronzo olimpico sì”. Un mese prima mi ero rotto il dito della mano, non ero molto motivato. Purtroppo è tornato dalla sua famiglia e non è più il mio allenatore, ma siamo contenti entrambi».

E’ tifosissimo della Roma, vero?
«Sono molto tifoso della Roma. Nel 2006, quando ho iniziato a vedere il calcio, Francesco Totti ha colpito la mia attenzione. A Cuba non seguivamo molto il calcio, poi quando sono arrivato in Italia ho scoperto che giocava a Roma e sono andato allo stadio per vederlo».

Vai spesso allo stadio?
«Ormai mi sono affezionato a questa squadra, mi piace. I tifosi della Roma sono i migliori, danno sempre forza alla squadra e io quando sono lì lo sento».

Che cosa pensa di Tammy Abraham?
«A volte quando mi presento pensano che io sia lui. E’ un bravo giocatore».

E di José Mourinho?
«Mourinho lo conoscevo dai tempi del Real Madrid, quando è arrivato pensavo la Roma potesse vincere la Champions League. Mi aspetto di tutto».

Marcello Spaziani