Gianni De Biasi, ex centrocampista ed ex Commissario Tecnico dell’Azerbaijan, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5. Queste le sue parole:
Che cosa ne pensa della lotta al titolo, che sembra attualmente conteso da Inter e Juventus?
«Penso siano le due candidate favorite al titolo, l’Inter per l’organico e la Juventus per il fatto di non avere le Coppe che è un vantaggio nel lungo periodo. L’Inter ha dimostrato già la passata stagione di poter fare un campionato straordinario, arrivando in finale di Champions contro il Manchester City».
Come valuta la Roma?
«E’ una squadra solida, con l’arrivo di Lukaku ha un potenziale offensivo straordinario. Se riesce ad avere Dybala integro fino a fine stagione, in modo da sfruttarlo con continuità, può ambire alla Champions già in questa stagione».
Prendendo il caso Renato Sanches, secondo lei comunicano Mister Mourinho e il Direttore Pinto?
«E’ una situazione complicata, ma Direttore e allenatore si conoscono e parlano la stessa lingua. Mi sembra una situazione strana, la Roma è una squadra che è nelle mani di Mourinho e la cui impronta è evidente. Renato Sanches se sta bene può darti una mano, ma conoscendo la sua cartella clinica è un rischio».
E sull’assenza di Smalling?
«Smalling sarebbe un giocatore importantissimo per la situazione difensiva ma anche offensiva dalla Roma. Di testa, sui calci da fermo è una garanzia. Per la Roma è una perdita non di poco conto, Mourinho non sarà felicissimo».
Da allenatore anche di Nazionali, quanto è importante Bryan Cristante per un tecnico?
«Secondo me è fondamentale, magari non è appariscente ma sa tamponare, rilanciare e trovare anche il gol. E’ un ragazzo che mi sembra anche molto umile, poi anche Spalletti lo convoca quindi non penso ci siano dubbi».
Come valuta l’arrivo di Spalletti sulla panchina azzurra?
«Mi piace Spalletti, si è fatto da solo partendo dalla gavetta e arrivando in alto. E’ sveglio, sa lavorare e motivare le persone, sa farsi seguire e queste non sono doti da poco. Adesso ha fatto qualcosa di importante già qualificandoci direttamente per l’Europeo, poi a marzo avrà altre settimane per plasmare meglio le sue idee all’interno del gruppo».
Quali sono le aspettative dell’Italia agli Europei?
«Non è la Nazionale più forte d’Europa, ma quando non lo siamo stati abbiamo vinto come nell’ultima edizione degli Europei. Sappiamo far fruttare il poco che abbiamo, non solo tecnicamente ma anche a livello di opportunità».
Che cosa si porta dietro dall’esperienza con la Nazionale azera?
«Sono arrivato in una situazione che non conoscevo per nulla e che ho cercato di codificare. Abbiamo fatto il record di cinque partite consecutive vinte, poi siamo arrivati lì lì per raggiungere lo spareggio per arrivare agli Europei. Abbiamo vinto in modo straordinario contro la Svezia, nonostante fossimo rimasti in dieci per quasi un tempo di gioco».
Dove porterà questo bagaglio?
«Non so dove andrò, penso di poter tornare utili a diverse Federazioni e qualcosa già è in ballo. Tornare in un club sarebbe ricominciare un’altra vita, stare sul campo tutti i giorni non è qualcosa che mi alletti molto a meno che non sia un’opportunità unica e straordinaria. Voglio vivere meno stressato, vivo tutto con passione quindi allenare una Nazionale sarebbe l’ideale».
Marcello Spaziani