Davide Pessina, ex cestista e oggi talent di Sky, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione A Tutto Sport. Queste le sue parole:
Wembanyama è il giocatore più forte del mondo per caratteristiche?
«Aspettiamo e vediamo, ma è un giocatore che si presenta unico per dimensioni e per quello che sa fare. E’ un giocatore come forse non se ne sono mai visti prima».
Cambieranno prima o poi le regole, alla luce delle nuove dimensioni dei giocatori?
«Non lo so, penso che per certi versi in virtù delle dimensioni dei giocatori si stia pensando a una cosa del genere. Questo, però, va in contrasto al discorso prettamente economico: allargare il campo significa togliere le prime due-tre file di spalti, e lì i biglietti costano caro. Potrebbe cambiare qualcosa sulla difesa a zona. Certo è che ora la qualità atletica dei giocatori non è mai stata vista prima».
Che tipo di contromisure si possono prendere per arginare questi “giganti” dello sport?
«Devi arrangiarti in qualche modo. Serve prendere le misure, l’NBA ora cerca giocatori che abbiano braccia molto lunghe per recuperare spazio in difesa. Uno come , comunque, non si è mai visto. Bisogna abituarsi a queste nuove dimensioni, per i difensori cambiano anche i tempi di reazione che diminuiscono notevolmente».
Come si spiega l’evoluzione dei giocatori europei negli ultimi anni?
«Ultimamente gli MVP della Lega sono stati europei. Il resto del mondo ha un minimo chiuso il gap fisico-atletico con l’America, negli anni ’90 la differenza fisica era notevole. Anche l’insegnamento dei fondamentali ora è all’avanguardia, questo sicuramente ha elevato ulteriormente il livello del basket al di fuori degli USA. L’NBA, poi, ha fatto un grande lavoro sotto il profilo del bacino di talento da cui attingere».
Come valuta l’introduzione dell’in-season tournament?
«Spesso si parla del fatto che i play-off siano molto belli ma la regular season non sia molto significante, ci sono 82 partite in sei mesi ed è impossibile giocare tutte le partite al 100%. Questo torneo può essere interessante, con eliminatorie, per motivare tutti i giocatori di tutte le squadre. Sono partite che tu giocheresti comunque, ma che aprono a un torneo extra. Vediamo quanto stimolerà i giocatori».
Che cosa si aspetta da questa stagione di NBA, ci saranno sorprese?
«Ci sono le solite 6-7 squadre, ma tra giocatori nuovi e squadre che potranno superare le aspettative ci potranno essere».
Chi si porterà a casa l’EuroLega?
«E’ quasi più difficile da definire dell’NBA. Tutte le partite vengono giocate in un certo modo, tutte valgono tanto. La favorita mi sembra il Real Madrid, che ha vinto l’anno scorso e si è rinforzata. C’è Barcellona, Milano che non ha iniziato benissimo ma ha tempo per riprendersi. La cosa più bella di questa stagione di EuroLega sarà sicuramente l’equilibrio».
Come ricorda i suoi anni alla Virtus Roma e quanto è importante Roma per il movimento cestistico italiano?
«Ce ne sono tanti, sono stati buonissimi anni in cui arrivavamo sempre ai play-off e anche in Coppa facevamo bene. C’era la sensazione che il bacino d’utenza fosse ampio, nonostante il PalaEUR non fosse sempre pieno. E’ un peccato vedere che la Virtus Roma non sia ai livelli di qualche anno fa, manca sia a Roma sia al basket italiano a livello di piazza. Roma è la Capitale, sarebbe importante che ci fosse una squadra di alto livello a Roma. C’è tradizione, voglia e fame di pallacanestro, ma il movimento italiano in questo momento non è particolarmente florido perché continua ad avere problemi economici. Mi viene in mente, a livello di carenze, anche Torino».
Marcello Spaziani