Giuseppe Zinetti, ex portiere della Roma tra il 1990 e il 1993 e allenatore, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione Mixover. Queste le sue parole:
Pensa che le difficoltà di Rui Patricio siano la base delle insicurezze della fase difensiva della Roma?
«Potrei anche dire: non essendoci tutti i difensori titolari potrebbe essere lui stesso a non essere abbastanza tutelato. I momenti negativi nella vita di un calciatore ci sono sempre, vedi Onana al Manchester United quest’anno che sembra un lontano parente di quello dell’anno scorso. Se si decide di dare fiducia a Rui Patricio bisogna andare avanti, altrimenti va cambiato e non penso che Mourinho si faccia tanti problemi in tal senso. L’errore fa parte del gioco, vedi Szczcesny, l’importante è come ti comporti nella partita successiva. Di svincolati ci sarebbe solo De Gea, ma penso che la Roma non si possa permettere un ingaggio del genere. L’alternativa è dare fiducia a Svilar, ma poi avrebbe bisogno di tempo per far vedere realmente le sue capacità».
Punterebbe immediatamente su Svilar?
«Io penso che, se continua a farlo giocare, Mourinho abbia fiducia in Rui Patricio. Ma fino a un certo punto: se gli errori continuano a susseguirsi allora va cambiato. Certo, se il secondo portiere non è particolarmente forte conviene puntare sul primo. In questo momento la Roma deve fare i conti su quello che ha, questo è il momento che la squadra sta vivendo. Il Fair-Play Finanziario non ti fa pensare troppo, ci sono dei paletti da rispettare. Per quanto riguarda la concorrenza dipende dal carattere dei singoli: c’è chi soffre una concorrenza forte e chi meno, poi dipende anche dal rapporto tra i due».
Falcone può essere un portiere da Roma?
«Sta facendo bene e questo è importante. Se hai gli attributi, poi, puoi giocare in qualsiasi stadio. In questo momento per la porta della Roma prenderei Vicario. Mi piace anche Montipò, ma Vicario è più pronto».
La finale di Europa League contro il Siviglia le ha ricordato la “sua” finale di Coppa UEFA contro l’Inter?
«Noi subimmo un grandissimo torto arbitrale, ci diedero un rigore contro inesistente. Anche l’anno scorso l’arbitro ha influito in modo determinante nella sconfitta. Mi auguro che prima o poi la Roma possa vincere l’Europa League, anche se penso che ora come ora sia molto difficile. Per ambire a questi risultati ci dovrebbe essere una rosa importante, non solo a livello di titolari ma anche di “seconde linee”. Per vicende extra-calcistiche, però, ora come ora i programmi della Roma non possono fare voli pindarici. Serve lo stadio nuovo per raggiungere ricavi che possono permettere situazioni più ambiziose».
Perché fu espulso al termine della semifinale contro il Milan nella stagione 1992-93?
«Mai e poi mai mi sarei permesso di offendere la terna arbitrale, come scritto nel referto. Ero dietro a tutti nel parapiglia generale, erano volati insulti ma non ho partecipato perché sapevo che, espulso Cervone, avrei giocato io. Lo ha testimoniato Cervone stesso, non era nella mia indole né nel mio carattere. Per me Roma è stata la ciliegina sulla torta della mia carriera, avrei voluto ripagare la fiducia che avevano avuto in me e mai avrei posto in essere un comportamento del genere».
Marcello Spaziani