Durante la puntata del 12 marzo, i ragazzi di Cin Cin hanno avuto ai microfoni l’attore Roberto Ciufoli che si è racccontato attraverso aneddoti e curiosita legati ai suoi 42 anni di carriera, spaziando su temi legati alla comicità, al teatro, cinema e televisione, tra passato, presente e futuro per chi, come dice lui: “ho la fortuna di fare un lavoro che ti fa essere bambino per sempre”.
A cosa stai lavorando?
- “In questo momento è una delle domande più difficili a cui rispondere perché sono in giro con tre spettacoli allo stesso tempo.
Sono appena sceso dal palco, abbiamo fatto una pomeridiana, tra l’altro sono contentissimo perché la platea era piena; stiamo mettendo in scena “Il Sequestro”, una commedia divertentissima con Nino Formicola, Alessandra Frabetti, Sarah Biacchi e Daniele Marmi. È stata l’ultima data al Teatro di Latina ora ci sposteremo in Toscana e nel frattempo alterno, ho in scena un’altra commedia spagnola, anch’essa molto divertente…. sono fortunato, facendo due conti sono 42 anni che saltello sul palco e mi diverto facendo divertire che è la cosa più bella”
Che emozione si prova quando capisci che la platea si diverte, che sta bene con voi e che si gode lo spettacolo?
- “È un’emozione stupenda. Ricordo benissimo la prima volta con gli amici della Premiata Ditta, quel senso di appagamento ed estasi nel percepire il piacere delle persone, la loro voglia di godersi lo spettacolo, la platea piena… è qualcosa di così potente da non essere paragonabile a nulla”.
Quanto passa da quella sensazione di appagamento alla consapevolezza che di tutto quello non ne potrai più fare a meno?
- “Guarda, non passa neanche il tempo di pensarlo. Conta solo quello, ne diventi “addicted”. Da lì scaturisce anche l’ansia del “sarà giusto quello che sto facendo?” Ma è un rischio che chi fa genuinamente questa professione non può fare a meno di correre”
Era giusto che lo corressi direi.
- “I meriti me li sono guadagnati per anzianità (ride). Guarda, detesto quelli che dicono “faccio quello che la gente vuol vedere.” Tu devi fare quello che vuoi che la gente veda. Devi creare. Devi fidarti del tuo pubblico ed è questo rapporto di fiducia che ti deve mettere nella condizione di impegnarti per proporre qualcosa che la gente non ha mai visto.”
Ti è capitato di partecipare a qualcosa chein seguito ti sei pentito di aver fatto?”
- “È capitato… Ma non ti dirò cosa. Sono ancora tutti vivi (ride)… Diciamo che è successo di aver fatto performance in cui non mi sono piaciuto e sono tornato a casa con un senso d’insoddisfazione enorme”
È cambiato il modo di far ridere le persone?
- “Quello cambia sempre. Ci sono due piani differenti, uno è segnato dal tempo: ci sono cose che inevitabilmente cambiano perché cambia la società. Poi c’è una comicità universale, ci sono cose che faranno ridere sempre. Penso serva conoscenza e rispetto per ciò che è stato, conoscere e studiare i grandissimi per proporre qualcosa di nuovo. Adesso, purtroppo, sembra che quello che è passato vada dimenticato e ciò si coglie in ciò che viene proposto.”
Adesso sono gli anni di LOL. È un tipo di format che ti piace?
- “Si si, mi piace tantissimo.”
Lo faresti?
- “Certo. Rosico pure che non mi è stato proposto. Funziona e va bene perché vedi che ci sono dei purosangue lì; adesso c’è Nino Frassica. Prima Corrado Guzzanti, Virginia Raffaele, Lillo… insomma, tanta roba.”
In funzione di questo e di ciò che dicevi prima, LOL offre questo confronto tra la comicità attuale, quella degli influecer e la “vecchia scuola”, che ne pensi?
- “No, su questo prendo una posizione. Non voglio sentire termini come “influencer” accostati alla comicità. Se hai un milione di follower ma non catturi dieci persone se le hai davanti, non puoi essere accomunato né messo nello stesso contesto. Tu devi “sentire” le persone.
Vedi, quando diciamo “il pubblico”, utilizziamo un’espressione al singolare per identificare una moltitudine di sensazioni, emozioni e stati d’animo, questo lo devi capire, rispettare, inderizzare e se ti relazioni ad esso come a dei follower, tu non hai capito niente!”
Quarantadue anni di carriera, ci regali una sliding door: una scelta che in positivo o in negativo ti ha cambiato la vita?
- “Non lo so se in positivo o in negativo ma guarda, noi partimmo con una compagnia molto numerosa chiamata “L’Allegra Brigata” e già nel 1981 andavamo in scena con una versione parodistica del “Giulio Cesare” di Shakespeare, narrando una storia omosessuale tra Giulio Cesare e Bruto… da lì ho sempre lavorato tanto di gruppo.
Poi ci fu Night Club di Corbucci, nell’89, lì si stava aprendo un’altra strada alla quale non ho voluto dare seguito privilegiando il gruppo, gli amici, “La Premiata Ditta”. È andata bene così”
La tua carriera dice che hai fatto bene.
- “Sono felice! Sono felice di fare un mestiere bellissimo. Stressante, difficile ma è così bello perché è un lavoro che ti permette di essere bambino per sempre.”
Ad oggi Roberto Ciufoli è più “teatro”, “televisione” o “cinema”?
- “Teatro. Assolutamente Teatro. La televisione è come un fratello o un amico, il cinema ha il fascino e l’amminirazione che si deve ad un papà… ma il teatro è la mamma.”
Che farà Roberto Ciufoli da grande?
- “Ti dò qualche titolo: “Il Test” una commedia spagnola molto divertente, “Il Sequestro” un’altra commedia molto divertente, poi c’è “Tipi” uno spettacolo che faccio da solo sulle varie tipologie di persone che si incontrano, c’è “Oh!diss’ea”, c’è “A Christmas Carol” che è il musical di Natale. Poi c’è un altro musical all’orizzonte che per scaramanzia non vi dico… Poi ci sono dei cortometraggi per l’aeronautica militare, per la polizia di stato ed un altro che è parte di una quadrilogia storica dove interpreto Mussolini e sarà presentato al “Cortinametraggio” con Elettra Mallaby.”
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