Pasquale Luiso, ex giocatore tra le altre di Vicenza, Piacenza e Avellino e allenatore della Juve Stabia Primavera, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione “Borderò“. Queste le sue parole:
Come sta vivendo quest’esperienza da allenatore della Juve Stabia Primavera?
«Mi piace lavorare con i giovani, sto facendo bene con questi ragazzi. Bisogna mentalizzarli un po’, ma ho fatto esperienza anche con la Primavera a Vicenza. C’è stata questa possibilità e ho accettato pur di rientrare, l’importante è lavorare tra i professionisti. E’ una piazza importante. Dopo trent’anni sono tornato al Sud, giocavo al Sora e ora sono allenatore».
Che cosa è successo a Tammy Abraham?
«Anche io sono sorpreso di questo ragazzo, ma non prendiamocela con lui. Io sono un allenatore di basso livello, non me ne voglia il Mister Mourinho che è il top del top ma questa Roma non è la Roma dell’anno scorso che lo ha messo in condizione di fare trenta gol. Se passano tre-quattro gare senza gol un attaccante inizia a innervosirsi. Non è preoccupante per lui, ha dimostrato che è un bomber e i gol li fa e li sa fare. Il calcio della Roma secondo me, in questo momento, non lo aiuta. Lui vuole giocare per la squadra, staccandosi anche dalla porta, magari fa dell’altro e non c’è in area: nei sedici-venti metri è forte. A me piace, non mi piace questo gioco e non gli addosserei tutte le colpe. Tifo per Faticanti, è sorano e noi di Sora crediamo molto in lui».
Che cosa ne pensa di Nicolò Zaniolo?
«Zaniolo non è un giocatore tecnico, ma se sta bene fisicamente ti ammazza. In una squadra organizzata come magari il Manchester City o il PSG, ma anche il Milan, fa fatica. Non ti fa la sponda o gli uno due, ma se sta bene ti fa la guerra. Io ero un giocatore un po’ così, dove mi buttavi la palla andavo a prenderla: lui anche fa così. A me sembra un ragazzo disponibile, e ricordiamoci che si è già rotto due crociati. A me piace, se fisicamente sta bene è devastante ma non è continuo. Dopo tre-quattro giornate o si ferma per infortunio o è fuori del gioco, deve ancora crescere ma la sua forza fisica è devastante».
Quanto è importante un giocatore come Bryan Cristante per la Roma?
«Per un allenatore è importantissimo. E’ un giocatore cresciuto all’Atalanta, con giocatori importanti e poi è esploso. E’ duttile, lo puoi mettere ovunque, quando non c’è se ne sente la mancanza. La Roma non può fare a meno di Cristante».
Come valuta il gioco di José Mourinho?
«Sinceramente non mi è mai piaciuto, tutti questi allenatori giovani che vogliono proporre un po’ di calcio e giro-palla da dietro invece li ammiro. Se devo guardare una partita di Mourinho preferisco cambiare canale, non posso prendere appunti. Quando giocavo io c’era Guidolin che proponeva un bel calcio, un calcio verticale e veloce ad alta intensità. Mourinho però ha portato a Roma una Coppa dopo tanti anni, ha portato entusiasmo e ogni partita in casa ci sono 60mila tifosi. A volte però, secondo me, dovrebbe alzare la mano e fare mea culpa, è un allenatore esperto e può riconoscere i propri errori. Tanto di cappello, comunque, per quello che ha vinto».
La Roma riuscirà ad arrivare tra le prime quattro?
«Per me no, secondo me ce ne sono quattro-cinque superiori. La Fiorentina è più forte della Roma, sotto il profilo dell’organizzazione Italiano è molto bravo: può prendere quattro gol ma te ne può fare cinque».
Cosa ne pensa invece del Napoli di Spalletti?
«Quello di Spalletti è un calcio che mi piace, con una squadra strepitosa che gioca ad alta intensità e sta battendo tutti. Anche con la Roma mi piaceva, mi è sempre piaciuto. E’ un allenatore di carattere, essendo del Sud qui sono tutti pazzi di Spalletti. Sono state fatte scommesse con giocatori sconosciuti, vinte, che ora valgono cinquanta milioni. Fino a tre mesi fa parlavamo del Milan, ora del Napoli».
Quale è stato il difensore più ostico incontrato in carriera?
«Ho un addetto: in un Vicenza-Roma c’erano Zago e Cafu, con Zago che mi sputava nei capelli e Cafu che rideva. Di tosti ce ne sono stati tanti, al di là di Nesta e Cannavaro il più forte che ho visto marcare in Italia è stato Thuram. In un Piacenza-Parma, finito 0-0, tra lui e Cannavaro non ho mai visto la palla».
Marcello Spaziani