Davide Moscardelli, ex attaccante con oltre 600 presenze tra i professionisti, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione “Borderò“. Queste le sue parole:
Quanto è infastidito dalla sconfitta contro il Napoli?
«Il Napoli di adesso ha fatto tre-quattro gol a tutti, anche in Europa, è nel suo momento migliore ne abbiamo preso uno ma non è una cosa positiva. Difensivamente abbiamo giocato bene, ma non hai fatto neanche un tiro in porta a parte qualche strappo di Zaniolo. Hai fatto veramente poco, vincendo saresti stato ad un punto dal Napoli osannato da tutti e questo sarebbe significato che qualcosa di buono la stavi facendo».
Da attaccante, come si vive una partita del genere?
«E’ una partita di sacrificio, ma se lo potevano aspettare visto la squadra che andavi ad affrontare. Gli esterni uscivano molto alti, infatti anche il Napoli ha sbagliato spesso in fase di palleggio, cosa strana. Sarebbero dovuti essere pronti per concretizzare una-due palle che potevano capitare. Gli attaccanti fanno tanto lavoro per la squadra, sono lontani dalla porta anche per questo. L’attaccante ha il periodo che non riesce a fare gol, ma deve comunque cercare di dare una mano, anche se ciò ti porta a non essere lucido in avanti».
Perché ci sono questi periodi nella vita di un attaccante?
«Sicuramente non è un problema di un singolo. La Roma sta creando meno del dovuto, delle possibilità. L’importanza di avere un grande attaccante o di riuscire a concretizzare le poche occasioni che capitano è quello che manca. Abraham dopo l’annata stupenda dell’anno scorso aveva aspettative grandi, alte, e probabilmente lui stesso sa di non riuscire a dare quanto vorrebbe. Si vede che ci tiene, lo vediamo tutti. A me in questi momenti dicevano di non cercare il gol, che sarebbe arrivato, ma come fai da attaccante a non cercare il gol».
C’è un pensiero eccessivo nei giocatori o nella mentalità dell’allenatore di non-prenderle prima di costruire qualcosa?
«Non credo sia il pensiero dei giocatori, ma è quello che si vede da fuori. Secondo me il pensiero è fare la partita e sfruttare le qualità dei singoli giocatori, soprattutto a centrocampo. Mi preoccupavo meno quando creavi tanto e non facevi gol, ma se non crei l’attaccante non può fare gol. La classifica comunque è buona, ora ci sarà un’altra partita determinante in Europa: bisogna essere sereni, per andare avanti in una competizione che secondo me è alla portata. Il credo deve essere andare avanti e cercare di vincere l’Europa League dopo aver vinto la Conference, magari, chissà poi in futuro».
Se fosse un suo compagno di squadra, che cosa direbbe a Nicolò Zaniolo?
«Ci siamo salutati, ma non lo conosco personalmente. Zaniolo ha avuto vari infortuni, poi ha dovuto cambiare ruolo ma riesce comunque a strappare ed essere devastante quando parte. Deve stare tranquillo, concentrato e continuare a lavorare. Non dovrebbe sprecare energie lontano dalla porta per magari arrivare più lucido lì davanti».
Quali sono gli obiettivi della Roma da qui alla pausa Mondiale?
«L’obiettivo è passare il girone in Europa e fare punti in campionato, ritrovando un po’ di gioco già contro l’Helsinki. Sappiamo che Mourinho non ama il bel gioco, ma riesce a sfruttare al massimo i giocatori e questo è fondamentale. Serve un po’ di morale e un po’ di gol, soprattutto là davanti».
Le piace più Abraham o Belotti?
«Quando hanno giocato insieme hanno fatto anche bene in Coppa, hanno corso tanto e lavorato insieme. Sono due attaccanti simili ma diversi: Abraham gioca più in profondità, Belotti chiede palla per far salire la squadra. Ora Belotti sta rientrando in condizione, più gioca e meglio si vede. Potrebbe essere una bella idea sia farli giocare insieme sia alternarli. L’alternanza è sempre una cosa buona, potrebbe fare solo il bene della Roma, ti spinge a fare meglio».
Ha fatto male segnare alla Roma con la maglia del Chievo nel 2010?
«E’ stato un misto di emozioni. Ero contento per aver fatto un gol ad una grande squadra, non ho esultato in modo spontaneo. Era il gol del 2-1, era ancora in vantaggio la Roma. Quella è stata una delle migliori partite che ho fatto, sapevo quanti miei amici erano venuti anche allo stadio. Dopo la partita mi hanno ricominciato a parlare alle 11 di sera».
Marcello Spaziani